(Testo: Mogol — Musica: L. Battisti)
La fossa del leone
и ancora realtа
uscirne и impossibile per noi
и uno slogan falsitа
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi
ma schiavo non sarа mai
gli specchi per le allodole
inutilmente a terra balenano ormai
come prostitute che nelle notte vendono
un gaio cesto d’amore che amor non и mai.
Paura e alienazione
e non quello che dici tu
le rughe han troppi secoli oramai
truccarle non si puт piщ.
Il nostro caro angelo
и giovane lo sai
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai
e cattedrali oscurano…
le bianche ali bianche non sembran piщ
ma le nostre aspirazioni il buio filtrano
traccianti luminose gli additano il blu.