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Rubo — Inevitabile (1600 Giorni)

Cerco la voglia di svegliarmi poi/ quella di affrontar me stesso
con la faccia che mi prega stavolta non rimandare sai/
adesso, ho voglia di parlarti stretto dai guai/
devo trovare una parola o si fa tardi metto/
un piede fuori le lenzuola e ti ascolto/
non alzarti o non avrai risolto nulla sai/
questo momento è l’ideale/ stravolto dalla notte a metà fra “a me non fotte” e la voglia di riascoltare/
l’attitudine pare sia giusta/ il cuscino fra le braccia
il mattino che bussa e non ti lascia stare/
insisti/ noi dobbiamo parlare ma dimmi dove vai a parare
sappiamo già cosa dirci

Rit.:

Inevitabile 1600 giorni senza fine/ cercano un confine oltre le lacrime ma/ quelle pagine io le ho scritte a metà/ hanno bisogno di 2 mani per chiamarsi ancora favole/
Inevitabile 1600 giorni senza fine/ hanno trovato quel confine nelle lacrime ma/ quelle pagine a metà sono scritte a 4 mani ma oggi non hanno l’odore delle favole

Rispondo prima di una tua parola prendo fiato/ ho slegato il nodo in gola
ho aspettato e cercato la via della mente ma il cuore/
resta complicato nella lista il più implicato/
protagonista in ste faccende deve darmi il via/
Via/ all’altalena di entusiasmi tra giorni di spasmi al cuore e altri in cui non ti sento più mia/
L’alchimia di sta routine di SE e PERCHè sono deciso
a lasciarti poi basta un tuo sorriso/ PERCHè/ torno a innamorarmi
SE/ continuo è PERCHé/ non troviamo mai il coraggio per parlare IO E TE/
bambini persi tra gli anni di un rapporto da grandi
universi messi al confronto ora faticano a incontrarsi e/
i sentimenti non sono scomparsi/ ma nascosti tra gli scleri dei momenti può darsi/ che cercando io ritrovi le certezze ma è sempre stato un vanto del mio essere trovarle/ e il senso del dovere senza pari è
sgretolato nell’immenso ora jari/ vuol sapere come conciliare/
le risposte che picchiano le domande e vuol sapere come fare per spiegare, ma/ inevitabile/ 1600 giorni senza fine ora trovano un confine fra le lacrime le pagine lasciate a metà/ sono scritte a 4 mani domani avranno l’odore delle favole qua/ sul telefono il tuo nome non è più «AMORE»/ le nostre cose stanno chiuse nelle scatole confermano quella necessità di capire se il dolore è sopportabile o dovrò riconquistare tutto

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