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Renato Zero — Casal De’ Pazzi

Casal De’ Pazzi ai confini di un mondo,
dove i poeti non crescono piГ№.
Genziane rosa affogate nel fango.
L’incanto eterno, amori di una gioventù,
resa impudica dall’ipocrisia.
Festa fuggevole di ripulse fragili.
Miti rossori, ancor piГ№ mite arrendersi.
Casal De’ Pazzi, alveari di polvere.
Matrice amara, borgata natia.
Ragazzi in cerca, ragazzi da vendere.
Anime escluse alluvionate e tragiche,
che il fiume in piena non porta mai via.
Di lГ  dal ponte biciclette ai margini.
E bulli e belli, criminosi e poveri.
Bravate al danzo e bestemmiare inutile.
C’è sempre un muro,
tra illusione e futuro.
Dimmi che ancora sei qui,
che esiste un cielo, per il tuo volo.
Non è diverso per chi ci va…
Dimmi di quella poesia
Come di rosa, ferita accesa
La voce tua che dГ 
La voce del tuo coraggio a chi non ce l’ha.
Si spegne il sole a farsi male.
Casal De’ Pazzi ragazzi di vita
Sono ragazzi di morte ormai.
Non piГ№ speranza di uscire dal limite.
Brucia ricchezza e guai la meglio gioventГ№.
Diversa fame, diversa follia.
Festa fuggevole, amaro gioco il vivere,
e per morire… un’altra malattia.
Casal De’ Pazzi, dei pazzi sognanti,
un’ideale e già volano via.
Ali dischiuse dal fango alle nuvole.
Angeli dagli amori così liberi,
che non volendo si specchiano in Dio.
Di là dal ponte, c’è una Roma a perdere.
E gli atti impuri, ormai non uccidono,
un’innocenza già abortita al nascere.
Dimmi che ancora sei qui,
che esiste un cielo, per il perdono,
e la violenza si fa pietГ .
Dimmi di quella poesia
Come di rosa, ferita accesa
La voce tua che da
La voce del tuo coraggio a chi non ce l’ha.
E farsi male. E farsi male. E farsi male

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