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Antonello Venditti — Signora Aquilone

C’era una donna, l’unica che ho avuto,
aveva i seni piccoli e il cuore muto,
nГЁ in cielo, nГЁ in terra, una casa possedeva,
sotto un albero verde dolcemente viveva,
sotto un albero verde dolcemente viveva.
Legato ai suoi fianchi con un filo d’argento,
un vecchio aquilone la portava nel vento
e lei lo seguiva senza fare domande
perchГЁ il vento era amico e il cielo era grande,
perchГЁ il vento era amico ed il cielo era grande.

Io le dissi ridendo «Ma Signora Aquilone
non le sembra un pГІ idiota questa sua occupazione?».
Lei mi prese la mano e mi disse «ChissГ ,
forse in fondo a quel filo c’ГЁ la mia libertГ ,
forse in fondo a quel filo c’ГЁ la mia libertГ «.

E così me ne andai che ero un poco più saggio
con tre soldi di dubbio e due di coraggio
e incontrai un ubriacone travestito da santo
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto,
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto.
E mi feci vicino e gli chiesi perdono
ma volevo sapere se il suo pianto era buono.
Lui mi disse «Fratello, ГЁ antico come Dio,
ma ГЁ piГ№ dolce del vino perchГЁ l’ho fatto io,
ma ГЁ piГ№ dolce del vino perchГЁ l’ho fatto io».

E prima che le stelle diventassero lacrime
e prima che le lacrime diventassero stelle
ho scritto canzoni per tutti i dolori
e forse questa qui non ГЁ delle migliori, e forse
questa qui non ГЁ delle migliori.

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